lunedì 6 settembre 2010

Verbale della riunione sindacale S.I.A.P. Bari del 30 agosto 2010 -Avvio procedure Congressuali. -



Sindacato Italiano Apparteneti Polizia
Segreteria Provinciale
B A R I




Oggetto: Verbale della riunione sindacale S.I.A.P. Bari del 30 agosto 2010 -Avvio procedure Congressuali. -

In data 30 agosto 2010, alle ore 9,30 presso il Centro Polifunzionale si teneva il Direttivo Provinciale S.I.A.P. Bari, presieduto dal Segretario Generale Provinciale Francesco Tiani e gli Organi Statutari e Collegiali della Segreteria Provinciale S.I.A.P. di Bari.
Dopo il saluto iniziale ai presenti, il Segretario Generale Provinciale, ha illustrato brevemente le linee guida e i risultati conseguiti nell’ultimo quinquennio, tra cui spicca in primis il cospicuo aumento di iscritti, in contro-tendenza rispetto alla progressiva de-sindacalizzazione registrata nel Paese in concomitanza con la crisi economica e la “demonizzazione” mass-mediatica del ruolo del Sindacato, di cui si è voluta proiettare un’immagine volutamente negativa. Il Sindacato, viene, conseguentemente, percepito dal cittadino-telespettatore – distratto e imbambolato dai “mirabolanti” successi ottenuti dal miglior governo degli ultimi 150 anni – come uno dei fattori che hanno contribuito e accelerato la crisi economica, costringendo le aziende nostrane a de-localizzare in Paesi in cui il costo del lavoro (il più delle volte a discapito dei diritti minimi dei lavoratori) è decisamente più basso.
Il Segretario Generale dopo aver illustrato all’Assemblea una dettagliata relazione sul bilancio e sulla  solidità economica della Struttura Provinciale, ha aperto ufficialmente la fase congressuale, invitando l’assemblea ad affrontare e discutere le seguenti tematiche:
1.     Situazione politica ed economica del Paese e iniziative dell’Organizzazione Sindacale     S.I.A.P. a salvaguardia dei diritti dei Poliziotti;
2.     Il federalismo fiscale. In cui si è prospettato il pericolo di una Polizia di Stato via via decimata nel suo organico, che si vedrà sottrarre numerose competenze dalle Polizie Locali (soprattutto delle regioni settentrionali);
3.     Riferimenti storici sulla vita delle organizzazioni sindacali a inizio novecento (con annessi riferimenti bibliografici) ed evoluzione e/o involuzioni delle caratteristiche delle stesse fino ai giorni della caduta del Muro di Berlino, simbolo della fine dell’ideologia marxista-leninista e della guerra fredda;
4.     La compressione (vero e proprio tentativo di contro-riforma) dei diritti sindacali, come drammaticamente evidenziato nel caso dei tre operai Fiat di Melfi;
5.     Esplicazione della linea politica dell’Organizzazione, proiettata verso la ri-affermazione del ruolo centrale del Sindacato [volta a rintuzzare le manovre e gli attacchi portati avanti da esponenti - anche di spicco - dell’attuale governo (sorrette da martellanti campagne giornalistiche), che hanno via via descritto i lavoratori del pubblico impiego (e quindi anche i poliziotti) come “fannulloni” “privilegiati”, e giù giù fino all’offesa gratuita e mortificante (per chi l’ha pronunciata) ai “poliziotti panzone”] e la conseguente, naturale (non più solo auspicata) rappresentanza diretta delle istanze dei poliziotti-cittadini in uno dei rami del Parlamento. Per realizzare quanto sopra, l’assise ha discusso sulla collocazione partitica del S.I.A.P., convenendo all’unanimità che lo sbocco naturale sia un Partito nuovo e dinamico, i cui punti programmatici, sono omogenei a quelli del Sindacato di Base e rappresentano l’ultimo baluardo a difesa dei principi e dei valori fondanti della nostra Costituzione; La costruzione della città dell'uomo interclassista popolare di ispirazione cristiana, per migliorare le condizioni di vita dei ceti deboli.
6.     A tal proposito si è convenuto sulla necessità di organizzare un convegno-dibattito con esponenti nazionali del Governo , da tenere nelle prossime settimane in terra di Bari;
7.     Il grande successo della comunicazione sindacale ai tempi di Internet (di cui sono stati illustrati i dati relativi ai contatti ed al flusso incessante di informazioni a disposizione di iscritti e simpatizzanti).
Il Segretario Generale, Francesco Tiani,  ha ricordato la clamorosa vicenda dei tre lavoratori licenziati di Melfi, le polemiche e i numerosi commenti che ne sono conseguiti,  suggeriscono qualche riflessione sui fatti realmente accaduti, spesso deformati dai cantori della maggioranza e utilizzati come pretesto per supportare opzioni di carattere ideologico in danno del movimento sindacale.
Secondo l’analisi del Segretario Generale, invece, l’elemento – che più di altri – non consente al nostro sistema produttivo di agganciare i Paesi più virtuosi e competitivi, è dato dal particolare sistema di norme che regola la vita di noi cittadini. Leggi (statali e regionali), decreti, regolamenti, spesso in contrasto tra loro e che, anche, per il peculiare sistema giudiziario italiano, si prestano ad interpretazioni soggettive. Interpretazioni che partoriscono decisioni discordanti, con il paradosso tipicamente italiano che la decisione di un Giudice di Udine, pur trattando un identico caso, è totalmente diversa da quella presa dal Giudice di Vibo Valentia. Di qui il corto-circuito che ne deriva. Ed è quello che sta succedendo per i tre operai di Melfi; il Giudice integra i tre dipendenti ritenendo ingiustificato il loro licenziamento, ma la Fiat, non commettendo alcuna irregolarità (ed è quello che sta succedendo loro purtroppo), non permette a quei tre operai di lavorare. Ai quali garantisce – comunque – il “salario”, in attesa e nell’auspicio che un secondo Giudice disponga diversamente dal primo. E poi parlano di mancanza di competitività e di incapacità di attrarre investimenti stranieri!
Tutto questo per dire che il Sindacato, anche quello di Polizia, non si deve sottrarre alle sfide che lo attendono. Che i problemi non si risolvono con proposte e promesse demagogiche (queste le lasciamo volentieri agli incantatori di serpenti della seconda Repubblica!), ma con la compartecipazione di tutte le forze in campo, per un nuovo patto sociale e tra generazioni, che ridia ai bambini di oggi la stessa speranza che avevano i nostri padri (per noi); la speranza di farli crescere e vivere in un mondo più giusto e solidale. 
È indubitabile che nessuno può più garantire o promettere “il posto fisso”. Le assunzioni a tempo indeterminato sono oramai uno sbocco rarissimo (e lo saranno sempre di più), in un mercato in crisi e che mira agli organici ridotti per ridurre le spese. Ma ai lavoratori del ventunesimo secolo va garantito il diritto alla speranza; la promessa – questa sì accettabile – che nessuno sarà lasciato indietro. E non perché il demiurgo di turno ha la ricetta, oltre che la bacchetta, magica; ma perché lo Stato deve garantire ai suoi cittadini il diritto allo studio, il diritto alla ricerca, il diritto a vedere riconosciuti i propri meriti, il diritto alla sicurezza, il diritto ad essere –  obiettivamente – informati, il diritto di ricordare e onorare gli eroi (quelli veri che hanno sacrificato la propria vita per gli altri) e vedere finire in galera i farabutti e i mafiosi che gli stanno rubando il futuro.
Questa è la vera sfida. La tutela dei molti che non spunteranno un contratto dignitoso da dipendente. Che faranno? Quanto a lungo si protrarrà la loro condizione di precari. Quanti lavori dovranno cambiare e quanti mestieri imparare? E chi, dritto o storto, un lavoro ce l’ha, per quanto tempo dovrà continuare ad elemosinare di tanto in tanto qualche euro di aumento?
Non è forse per rispondere a tutte queste domande che oggi si para davanti al Sindacato l’interrogativo più grande al tempo delle manovre finanziarie “lacrime e sangue”: <<Perché una persona deve iscriversi  al sindacato oggi? A che gli serve il Sindacato?>>.
Perché, come più volte ripetuto, il sindacato è l’organismo di tutela collettiva sia regionale che nazionale (di tutti, iscritti e non iscritti); promuovendo iniziative e rappresentandoli nelle contrattazioni collettive; fornirgli consulenza; promuovendo ed arricchendo la loro formazione professionale.
Tutto questo ha dei costi. Il sindacato di Polizia, è risaputo, si finanzia con i soli proventi del tesseramento. Proventi che servono per dotarsi dei mezzi necessari ad operare efficacemente.
Molti di noi nel passato si sono lamentati, e magari anche non del tutto a torto, per delle carenze del sindacato . Anche se, spesso, a farlo sono stati proprio quelli che non si erano mai iscritti al sindacato, cioè quelli che di fatto non contribuiscono in prima persona a sostenerlo. Sono le stesse persone che hanno confuso il sindacato per una sorta di “sportello vertenze” o di “ufficio di collocamento”, di cui ricordarsi e a cui rivolgersi solo quando ci si trova in difficoltà. Questa è una visione egoistica della vita che poco o niente ha a che fare con i principi ispiratori di un sindacato (anche se solo di poliziotti!).
Il sindacato, invece, dev’essere inteso come una sorta di “assicurazione collettiva”, a cui iscriversi, per dotarsi degli strumenti necessari per intervenire quando e semmai ce ne sarà la necessità.
In tutta onestà, non ci sono soluzioni semplici, né immediate, a questa grave situazione in cui l’Italia giace. Tutti noi dovremmo maturare la consapevolezza che le cose tenderanno ad andare anche peggio. Perché, per alcuni (gli speculatori, i potentati economici) la crisi economica è un’opportunità. Per far più soldi; per istituzionalizzare la precarizzazione del mercato del lavoro. Quando e semmai avremo la crisi alle spalle, potremmo trovarci con milioni di soggetti-lavoratori resi ancor più deboli e con pochissime tutele, in un mercato fluido e concorrenziale.
Valga per tutti l’esempio ed il ricordo di un grande sindacalista della nostra terra, Giuseppe Di Vittorio, bracciante povero e autodidatta, cresciuto nel clima infuocato delle lotte agrarie nella nostra Puglia, prima sindacalista rivoluzionario e poi comunista critico. Il leader, non solo sindacale, più amato dai lavoratori italiani.

Dopo una partecipatissima discussione l’ assemblea ha approvato all’unanimità la linea politica sindacale illustrata dal Segretario Generale.

Bari, 30 agosto 2010

Il Segretario Provinciale Generale
    Francesco TIANI               

Bari 30 /08/2010





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