giovedì 2 giugno 2011

La Repubblica Italiana si costituì il 2 giugno 1946





La Repubblica Italiana si costituì  il 2 giugno 1946 in seguito ai risultati del referendum istituzionale indetto per determinare la forma dello Stato dopo la fine della seconda guerra mondiale. Il 2 giugno 1946 gli italiani e per la prima volta le italiane, furono chiamati a un referendum per decidere se l'Italia dovesse rimanere una monarchia, oppure se essa dovesse essere sostituita dalla repubblica e il risultato fu che l'Italia divenne una Repubblica  con il 52% dei voti e i Savoia vennero esiliati.
La Festa della Repubblica italiana rappresenta la festa nazionale italiana che si celebra il 2 giugno di ogni anno. Dopo diversi decenni nei quali la festa venne ignorata, fu nuovamente resa giorno festivo nell'anno 2000 su iniziativa del governo Amato per un'idea, dell'allora Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi e di fatto rappresenta la principale festa nazionale civile italiana, una grande  festa  per la Repubblica e la Costituzione che affermava e afferma tutto oggi  il legame indissolubile fra la Repubblica e la Costituzione, riconoscendo le loro comuni radici nella Resistenza, quale moto popolare di donne e di uomini che ha liberato il Paese dall’occupazione tedesca, dalla dittatura fascista e riunificato l’Italia.
 La guerra di Liberazione e poi la proclamazione della Repubblica pongono un suggello al Risorgimento ed a una rinnovata unificazione del Paese, facendo riconoscere gli Italiani, non più e non solo in confini geografici, ma in valori e precetti comuni: quelli della Carta Costituzionale!
La Costituzione è  la base della nostra libertà e del nostro vivere civile. In essa sono scolpiti i pilastri della nostra democrazia:
i diritti umani e sociali, la partecipazione della cittadinanza alla vita sociale e politica;
la passione egualitaria, cioè la passione verso i diritti di cittadinanza, egualmente riconosciuti a tutti. A partire dal diritto al lavoro e alla formazione, eliminando gli impedimenti e gli ostacoli e creando le condizioni al suo esercizio effettivo;
l’autonomia e la separazione dei poteri (legislativo, esecutivo, giudiziario), compreso quello dell’informazione; e la loro indipendenza, la loro laicità e l’equilibrio tra di essi.
 Gli attacchi del Governo e della sua maggioranza parlamentare alla Costituzione e alle Istituzioni di garanzia, finiscono per delegittimare le regole fondamentali su cui si basa la civile convivenza e sulle quali si può costruire, per i giovani, una vita serena e dignitosa ed una speranza per il futuro.
Noi non possiamo più tollerare gli insulti alla Corte Costituzionale e alla Magistratura, le surrettizie proposte di modifica all’articolo 1 della Costituzione.
 Io credo profondamente alla continuità morale e ideale della lotta per la dignità della persona, dall’origine della presa di coscienza umana. Nella specificità della nostra storia  di Patria direi che il Risorgimento e quindi la Resistenza non hanno mai smesso di esistere nell’immaginario e nella prassi di tanti di noi.
Oggi più che mai dobbiamo essere vigili e consapevoli del compito individuale, che si fa espressione collettiva, di essere esempi attivi e responsabili di una rivoluzione culturale ed etica nel nostro amatissimo paese.

Non casuali  sono i tentativi tardivi del Governo di artificiose modifiche di legge sui temi posti all’attenzione della popolazione dai prossimi referendum su acqua, nucleare e legittimo impedimento; questi escamotage legislativi tendono esclusivamente a vanificare il diritto al voto delle elettrici e
degli elettori.
 Reclamare la piena applicazione dell'articolo 21 della Costituzione contro ogni bavaglio, ogni conflitto di interessi, ogni limitazione della libera espressione e circolazione delle idee, delle opinioni, della cultura, dell'arte contro quelli che vorrebbero strappare le pagine ai libri di storia e magari cancellare la memoria della lotta di liberazione dagli orrori del nazifascismo perché mai come in questo momento è davvero necessario stare "Tutti con tutti" per liberare l'Italia dal fango che rischia di travolgerla, non è più tempo di divisioni, di personalismi ,individualismi   e di malintesi spiriti di parte o di fazione perché vogliono levarci persino il diritto di essere informati e di poter liberamente votare i quesiti referendari; anche questo è l'ennesimo tentativo di calpestare la Costituzione e di oltraggiare l'ordinamento democratico. 
 ll due giugno deve essere  ricordato  perché i valori della Nostra Costituzione sono fondativi di un patto per nuova idea di società democratica fatta di esseri umani uguali, liberi, riscattati da ogni forma di oppressione e di sfruttamento.
La Costituzione è come un albero, radicato nella terra in cui nasce e cresce. Si può potarlo o innestarlo, ma non si può sradicarlo dalla sua terra, senza farlo morire. Oggi questi pilastri e questi principi sono a rischio. E dunque la stessa democrazia può entrare in crisi e correre rischi di svuotamento e d’involuzione.
 Non    rassegnamoci  mai