domenica 30 gennaio 2011

DOCUMENTO PROGRAMMATICO NEO SEGRETARIO REGIONALE SIAP







In questi   ultimi nove  mesi  ho riflettuto a lungo sull'attuale situazione della nostra categoria  , sulla crisi che sta attraversando il nostro paese , sul passato e sul futuro del sindacato e  quello che ho visto non mi piace.

Oggi, nel pieno della crisi in cui l’ Italia giace , con il dramma di migliaia di posti di lavoro a rischio, i sindacati  sono divisi in sigle con  un governo che sta mettendo a dura prova i fondamenti stessi dei diritti dei lavoratori . Il mio pensiero ritorna al Grande Di Vittorio , alle sue battaglie ,  che ancora oggi continua ad  assume un valore assoluto  nella società contemporanea un modello da seguire  , dove i diritti dei lavoratori sono  ancora si figli delle sue lotte, ma parimenti troppo spesso  poco difesi..
I vecchi pregiudizi che annebbiano la mente di gran parte dei lavoratori, l’arte subdola di cui sono maestri i politicanti di ogni colore, ci mettono sempre nella condizione di dover difendere  i nostri diritti da attacchi  vili e triviali, dopo ogni elezione elettorale
Bisogna attivarsi per porre fine ad ogni forma di discriminazione, così che le persone possano vivere e lavorare in condizioni d’uguaglianza, dignità e giustizia. Deve essere garantita un’applicazione totale ed efficace del principio di pari  retribuzione a parità di valore del lavoro.

 Da una parte quotidianamente trovo calpestata la vita e la dignità dei lavoratori e dall’altra vedo un sindacato debole e burocratizzato, troppo legato alla Politica e molto poco in empatia con noi lavoratori.
Sviluppare un rapporto empatico è importante, perché ci consente di metterci nei panni dell’altro e capire,  i sentimenti, la vita, le sofferenze e le gioie che quotidianamente vive la nostra classe lavoratrice.

Questo malessere generale che ormai si acutizza in tutte le classi dei lavoratori – siano essi operai manuali o cultori del genio o del fecondo pensiero – si estende anche nelle altre categorie meno potenti, meno privilegiate, le quali cercano con ogni mezzo di non essere completamente travolte dalla lotta per la vita.
 Un uomo, un popolo è forte, quando  è capace di sostenere efficacemente la lotta per la vita, ed anzi riesce a trionfare sulle difficoltà che gli si presentano  , a misura dello spirito d’indipendenza e d’iniziativa di cui è animato.
I mali sociali si eliminano eliminando le cause che li generano, quindi logicamente siamo avversi allo Stato, qualunque sia la sua forma, perché questo rappresenta un tiranno che sta sul collo dei cittadini ; un grande parassita dalle mille branche che sa tutto assimilarsi, tutto carpire senza nulla dare….. a  un popolo che vive di stenti pur lavorando .
Non bisogna metter l’uomo nelle condizioni che possa diventare il padrone dell’altro uomo ; non bisogna concedergli né riconcedergli un’autorità, di cui poi tutti debbano sopportare le conseguenze dannose e subire gli errori e le ingiustizie che vengono consumate in nome di un potere da noi stessi eletto.
Oggi è il ventisette gennaio giornata dedicata alla memoria dell’olocausto .  In ogni luogo, circola  questa frase “PER NON DIMENTICARE”  , la storia  serve per ricordare  e ci deve anche  insegnare a non commettere gli stessi sbagli e ad   educare le nuove generazioni, soprattutto chi avrà  un domani  il potere ,ha non sbagliare  nelle scelte perché chi dimentica il passato  sarà condannato a riviverlo.
Ora non c'è più , quel silenzio di morte di  fronte all'atrocità evocata dalla scritta "Arbeit Macht Frei" -il lavoro rende liberi- che ancora campeggia nei nostri cuori e  sul cancello d'ingresso del campo di sterminio nazista…. quell’ orrore amplificato davanti alle camere a gas, agli oggetti delle vittime, ai nomi che ancora risuonano dal vento  a Birkenau, dove i quattro forni crematori hanno funzionato a pieno ritmo fino agli ultimi giorni della guerra…  ora  esiste un'altra realtà  ma anche essa  triste …   siamo   il  popolo  povero   dei  lavoratori  e non lavoratori  e per i quali è  sempre più difficile rivendicare i diritti, ma il sogno di libertà non ha  mai smesso di bruciarci dentro. 
Oggi le nuove tirannie, non fanno morti veri, ma riempiono le strade delle città di morti dentro nella loro dignità perché  un uomo senza lavoro….. senza soldi….. senza libertà senza futuro è solo un cadavere che cammina.  Sembra di camminare fra le macerie della società democratica….. fatta  solo di regole…..di diritti sociali….. di lotte sindacali e di Politica……….. una società che era costituita dalle libertà ... .
Poco importa, alle Tirannie della "Democrazia plebiscitaria" che con un decreto cancellano la vita di migliaia di persone, se i giovani fra due o tre generazioni, non avranno futuro, non avranno famiglia…. né  casa …. né   figli.
Sull’altare del potere e del profitto, per la prima volta nella storia, lasciamo in eredità alle generazioni future, un Pianeta terra ammalato, forse agonizzante.
Noi continuiamo a camminare ritti nella schiena, ma oppressi dal peso della tirannia, con la certezza che ci possano togliere tutto ed anche la vita, ma non la nostra dignità ….. uniamoci per tutelarci .
Rinunciare alla lotta dei nostri diritti significa rinunciare alla vita perché la vittoria non deve mai essere un punto d’arrivo ,ma un punto di partenza una conquista da rinnovare ogni giorno.
Le scelte fatte dal sindacato in questi ultimi anni sono andate in ben altra direzione, spesso se non sempre in direzione di un fantomatico "Interesse Generale" che ha penalizzato costantemente gli interessi di coloro che il sindacato dovrebbe avere più a cuore: dalla vergognosa riforma Dini all'appoggio o almeno la mancata resistenza a leggi sul precariato introdotte proprio dai Governi di Sinistra (e perfezionati con la legge 30 successivamente),fino ad arrivare al referendum di qualche anno fa che di fatto avallava queste leggi in cambio di una manciata di inutili quanto beffarde briciole elargite dall'allora governo Prodi.
Se saremo fortunati , a una vita di precariato, miseria, nessun diritto, nessun sindacato,nessuna pensione; e il tutto grazie a Dini, Prodi, Berlusconi e il vostro Silenzio, quel silenzio che troppo spesso ho sentito quando invece di lottare educando le nuove classi lavoratrici avete preferito "mediare" in nome di un interesse Nazionale non ben precisato ignorando troppo spesso tutte quelle situazioni di disuguaglianza e quei fattori di divisione che lacerano i lavoratori facendogli  perdere quella coesione sociale e quella solidarietà necessaria alla loro emancipazione e al loro riscatto.
Il Sindacato non può essere così, deve fare gli interessi dei lavoratori non gli interessi Generali del Paese, io vedo molte persone volenterose, conosco ed ho imparato ad ammirare ed apprezzare molti di voi, ma nonostante la buona volontà dei singoli vedo un Sindacato che giorno dopo giorno rischia di perdere la propria Identità e la sua funzione primaria: quella della difesa ad oltranza dei diritti e della dignità  dei lavoratori.
Ogni giorno,  vedo quotidiane violenze, vessazioni, prevaricazioni all'integrità fisica e morale dei lavoratori, ogni giorno siamo più divisi, frammentati deboli, in questo periodo poi, nel quale occorrerebbe la massima unità fra i lavoratori, stiamo assistendo alla completa disgregazione della coesione sociale degli stessi, noi siamo preda di vendette, epurazioni, razionalizzazioni da parte di un sistema imprenditoriale senza scrupoli che, diciamolo francamente, su questa crisi ci marcia puntando a creare quei lavoratori “ pecora”  costantemente terrorizzati e senza, alcun diritto, funzionali agli interessi dei soliti pochi in un mondo Globalizzato. Noi per loro siamo solo  il gregge  di cui essi hanno bisogno solo  per salire le comode e lucrose scale del potere  unico  scopo principale per cui questi uomini tanto si affannano, intrigano,  corrompono, promettono , intimidiscono è per raggiungere il posto privilegiato di legislatori, mediante il quale essi possono non già rendersi interpreti della volontà di chi li elesse a deputati , ma imporre la propria e incanalare le risorse e le attività di un popolo a loro beneficio e della classe cui appartengono.
 Questa  tattica  abitua il popolo alla passività, tutto si limita  alla fatica di eleggersi un rappresentante, ad accentrare così in poche mani il potere e quindi l’avvenire di un’intera nazione. Questa è una verità troppo vecchia e resa fin troppo evidente dai fatti di tutti i giorni.
Nessuno aspirerebbe al potere se questo non procacciasse dei vantaggi, dei privilegi morali, politici ed economici. Quindi il potere è per sua natura ingiusto e corruttore.
A conferma della crescente sfiducia e disincanto verso l’istituzione del sindacato gli italiani pensano  che oggi i sindacati siano più un peso che un vantaggio per i lavoratori.
L’assenza di democrazia sindacale e del lavoro e la mancanza di trasparenti ed eque regole per verificare la rappresentatività dei diversi sindacati hanno regalato a Cgil, Cisl e Uil il monopolio oligarchico dei diritti sindacali. Sia i governi di centro destra sia quelli di centro sinistra hanno protetto tale monopolio: ma gli autori di questa espropriazione dei diritti sono stati i sindacati concertativi che  sono sempre intervenuti direttamente attraverso accordi legislativi e  contrattuali .
 Voglio ricordare ,a coloro che hanno la memori a breve termine  , che  la nascita dei primi veri sindacati avvenne per la necessità di difendersi dai soprusi dalle vessazioni e dalle angherie dei datori di lavoro che schiavizzavano le masse di lavoratori che erano senza alcuna tutela.
Nel dopoguerra , con l'avvento della democrazia i sindacati hanno potuto abbandonare la clandestinità ed uscire allo scoperto.
La passione, l'altruismo la tenacia di alcuni per la difesa del prossimo, per il diritto, contro le angherie, ha permesso lo sviluppo e la crescita dei vari sindacati contribuendo così alla crescita della nazione stessa. Oggi tutte queste qualità sono andate perdute, sostituite dal tecnicismo, dai servizi, dagli opportunismi.
È il momento di cambiare…. i segnali che ce lo impongono sono tanti: la crisi economica causata dal dominio della finanza e dei suoi metodi speculativi sulla politica e sull’economia…. l’inquinamento crescente e i gravi danni arrecati al nostro pianeta….. l’acuirsi delle disuguaglianze sociali e della forbice tra ricchi e poveri…. al  divario tra Nord e il  Sud…….il peggioramento delle condizioni dei lavoratori…… il diffondersi delle malattie psicosomatiche da stress…..
 E' tempo di lottare e non di prendere atto della situazione, ci stanno scavando la fossa e noi ci limitiamo a guardare? A voi tutti va il mio appello a mettervi nei nostri panni, nei panni della povera gente, insegnateci a lottare, combattete con tutte le vostre forze tutte quelle situazioni che rompono I'unità dei lavoratori come ad esempio il "lavoro nero" in tutte le sue forme sia esso quello di una badante sia quello preso sotto forma di "fuoribuste" da alcuni ma non da altri, amate la legalità, non concedete nessuno sconto al Capitale neppure in nome di interessi superiori per quanto possano essere giusti, create una catena di solidarietà che possa sostenere scioperi ed altre forme di lotta portate se necessario ad oltranza pur di fermare questo gigantesco macigno, ne avete la capacità, ne avete le risorse, ne avete la cultura.
E' Tempo di lotta. Non voltatevi dall'altra parte.. .
Io credo molto nel trinomio delle  tre S  sviluppo, scuola e sicurezza  perché  l’ Italia ha bisogno  di un processo di innovazione di carattere organizzativo funzionale con obiettivo di fornire risposte strutturali e durature alla crescente domanda di sicurezza dei cittadini , cercando soluzioni , condivise in fondo di favorire processi collaborativi con le componenti della società civile. Ci vuole una nuova idea di sicurezza determinata nel concreto da una serie di iniziative convergenti , che rendono al cittadino più agevole , umano e gradevole il rapporto con gli operatori  d’ordine e più fruibili i relativi servizi  nell’ ambito di una concezione della sicurezza del territorio strettamente connessa , in un senso evoluto  ,alla sicurezza   intesa  , nel contesto sociale attuale , quale bene primario la cui protezione è propedeutica al pieno esercizio della libertà fondamentale.
Ci vuole coraggio in ogni circostanza nella vita. ….bisogna lottare per aver ciò che si desidera, senza mai sentirsi esseri superiori perché la dignità e l’umiltà sono le nostre più  grandi ricchezze.
Per testare lo stato di salute della società occorre tenere conto delle variabili qualitative che determinano il benessere. Restituendo alla persona umana la centralità nelle nostre valutazioni, occorre tenere in considerazione la diffusione della ricchezza, l’accesso alla istruzione e alla cultura, il livello di serenità e salute degli abitanti, la qualità dell’aria, del suolo e delle acque, la vivibilità delle città, il tasso di criminalità, la sostenibilità dell’utilizzazione delle risorse naturali.
C’è l’idea che non è con la difesa della sicurezza che si può garantire la vita civile, ma occorre la prevenzione; la convinzione che la devianza criminale ha alla base le disuguaglianze e quindi bisogna lavorare nei tempi lunghi, potendosi anche trascurare nei tempi brevi il problema della difesa del cittadino…… ma noi  poliziotti siamo figli di tutte le opposizioni .ma orfani di tutti i governi”, gridano i poliziotti,  in silenzio …ricordando con amarezza  come l’attuale  ministro Brunetta  ha definito i poliziotti “panzoni”….. ma  del resto, quando non si dà la possibilità ai giovani di accedere al servizio direttamente, dopo un concorso pubblico e ci si limita a preferire chi ha già svolto un anno nell’esercito, in marina o nell’aeronautica, il turn over non è proprio semplicissimo. L’età media dei poliziotti si è innalzata a 43 anni, e le pance crescono. “Non ci sono concorsi pubblici dal 1996  allora è come dire ad un ingegnere che, prima di poter svolgere la professione, deve fare un anno da capo cantiere. Una scelta, tra l’altro, che penalizza le donne, che ci pensano due volte prima di farsi un anno nell’esercito”.
Per non parlare dei mezzi di trasporto: poche auto, vecchie e bisognose di manutenzione, oppure non ancora immatricolate perchè non ci sono i soldi per farlo. O della tecnologia: negli sportelli-denuncia non esistono computer che siano in rete con le procure, o mail certificate. Questo significa che ogni mattina un poliziotto parte dal commissariato e si reca in Procura per le segnalazioni. Uno spreco di tempo e di denaro enormi, a fronte dei tagli che sono stati operati negli ultimi anni per il comparto sicurezza.
Gli ambienti di lavoro sono spesso fatiscenti, in qualche caso – denunciano  anche da noi sindacati – anche esposti a pericolose radiazioni delle scorie depositate negli anni.
……e poi sentire la proposta del ministro Maroni  che alla polizia vengano destinati i soldi recuperati con lo scudo fiscale o sequestrati alla mafia. Così gli stipendi di chi ci deve difendere avranno l’odore di chi delinque.   ….Si sta creando una società insostenibile. I nostri ragazzi oggi vivono di precariato ..ai giovani del sud  non è concesso fare progetti, perché vengono continuamente derubati di ogni minima sicurezza per il futuro.
Un soffio di speranza ……  allargando il più possibile il dialogo a tutti quelli che sentono l’inquietudine del presente e del futuro,  perché credono  fermamente che   sia l'ultima speranza per ridare   dignità  al popolo del sud…. .
 Ritengo di aver sempre mantenuto un atteggiamento leale e costruttivo nei confronti di tutti i miei colleghi   e di tutte  le Categorie  e nei confronti dei  Questori  succedutisi, indipendentemente dal loro colore politico, ma abbiamo dovuto registrare purtroppo nei confronti della nostra categoria, da parte dei politici e degli amministratori di turno, la quasi totale mancanza dello stesso atteggiamento leale e costruttivo.
La nostra azione sindacale di base, democratica ed indipendente, ha ottenuto un riconoscimento concreto da parte dei lavoratori, con una notevole crescita del consenso che ha portato  il Siap al primo  posto per numero di iscritti in questa Regione. Questo, però, non è bastato e non basterà a ripristinare la democrazia sindacale ed il rispetto dei diritti dei lavoratori in questa Regione se la politica non si riprenderà le sue responsabilità nei confronti di una gestione corretta ed equa della cosa pubblica, abbandonando i metodi tracotanti di occupazione sistematica del potere, lontani dai bisogni del cittadino.
Questa segreteria regionale sposa appieno la linea politica del seg. Nazionale e dei suoi collaboratori

Bisogna  dare vita al sindacato unitario  una  scommessa per  la  leadership ….sono più  le cose che ci uniscono da quelle che ci dividono… . solo così i lavoratori saranno tutelati  da un'unica sigla sindacale per il bene comune con un uguale obiettivo …..  tutti uniti per i diritti del lavoratore .  Siamo in un epoca dove dilaga  l incertezza…  ipocrisia…l invidia   e i  gruppi dirigenti che  dicono  che sposano l' unita'  sindacale, ma poi impiegano il loro tempo a distinguersi quotidianamente su quasi tutto anche  denigrando un altro sindacato 

Con questa lettera aperta invito a predisporre nel loro programma politico un atto di rinuncia all’eredità dei precedenti segretari regionali per dare una risposta positiva ai legittimi bisogni di ogni lavoratore di cui il nostro sindacato si fa portavoce Colgo l’occasione per porgerle i miei più Cordiali saluti.

domenica 23 gennaio 2011

Problematiche relative alla diffusione tra i giovani delle sostanze stupefacenti.

Tutti noi siamo  consapevoli che in certi momenti della vita , siamo chiamati a superare delle prove , a volte molto difficili: quando tutto va male , quando sembra che il mondo stia per crollarci addosso , non dobbiamo permettere che lo scoramento ci abbatta , non possiamo mollare , né tirarci indietro , piangendoci addosso o peggio ancora , cercando rifugio in paradisi artificiali ; dobbiamo invece lottare con tutte le nostre forze , senza smettere un solo istante di sperare in  un futuro migliore ,fermamente intenzionati ad evitare che falsi ideali distruggono anche la nostra speranza … pertanto, il giorno in cui ti troverai davanti alla scelta di “assaggiarla” o no, ti consiglio di non farlo …




Non lasciamoli soli insieme possiamo farcela!

lunedì 17 gennaio 2011

Il proibizionismo sulle droghe ha creato non solo il mercato nero,ma anche un esercito di spacciatori adolescenti.


Tutti sappiamo  che le organizzazioni mafiose reclutano tra le loro fila molti giovani poco più che adolescenti e che esse si avvalgono per lo svolgimento di specifiche attività illecite, come lo spaccio di droga, di ragazzi minorenni.
 Molti di questi giovani, in particolare al sud, vengono reclutati in quartieri ad alta disoccupazione, in cui vige da sempre la regola del più forte, della violenza, provengono da famiglie disagiate, spesso hanno abbandonato la scuola. I giovani sono affascinati dal carisma dei leader mafiosi, in particolare di quelli latitanti, i quali ai loro occhi sono ritenuti più forti dello Stato che è incapace di catturarli. Il boss mafioso, per questi giovani, diventa un modello di riferimento, una persona di cui fidarsi.
La mafia per questi ragazzi rappresenta la risposta al loro bisogno di ricerca di un senso di identità....di appartenenza.... di rispetto.... di ricchezza. ..... attratti dal mondo mafioso in quanto in esso vedono la possibilità di arricchimento rapido, pensano al fatto che una volta divenuti "uomini d'onore", essi saranno temuti e rispettati dagli altri.
I minorenni vengono impiegati in diverse attività: dallo spaccio della droga al compimento di atti estorsivi..adolescenti che  hanno visto cambiare radicalmente la loro vita nell'arco di un tempo brevissimo, sono stati sradicati dalla loro adolescenza  e sono stati sottoposti ad uno specifico programma di spaccio tra coetanei per renderli schiavi della droga e guadagnare soldi facili.
 Tutto questo gestito dalla criminalità organizzata, che preme per indurre certi comportamenti, perché con la droga realizza ingenti profitti.
 La fine dell'autoritarismo, un certo permissivismo, la libertà di scelta, il relativismo culturale, aspetti del mondo contemporaneo tutt'altro che negativi, lasciano però spesso i giovani soli o mal consigliati di fronte alle scelte cruciali della propria esistenza. Sbagliare è facile; entrare in un tunnel da cui è arduo fare ritorno, altrettanto.
Diventare "grandi" è sempre stato malagevole. La droga può costituire anche una apparentemente comoda via di fuga dalle responsabilità del mondo adulto, un ingannevole alibi per ritardare le scelte, le fatiche, gli impegni ,ma anche le soddisfazioni, che l'esistenza di ogni adulto comporta.
Il consumismo, la comunicazione che avviene ormai soltanto attraverso l'esibizione di oggetti, sembrano privare i giovani di un solida identità, basata sulla consapevolezza delle proprie qualità interiori.
Il successo da conseguire ad ogni costo, a scuola… sul lavoro… in società, con la necessità di essere costantemente all'altezza, brillanti, socievoli, nell'epoca che esalta ed esige la performance, come ci insegnano i messaggi pubblicitari, porta giovani, e sempre più spesso anche adulti, ad aiutarsi con qualche sostanza chimica.
L'eccessivo edonismo della nostra civiltà, la ricerca spasmodica di piaceri forti e immediati, a scapito della gioia, della felicità e della serenità che si possono ottenere sviluppando i propri talenti, mettono molti adolescenti sulla cattiva strada di una penosa, stordita e triste quotidianità.
Inoltre l'abuso di droga rappresenta talvolta una delle forme, oscura, contorta e sbagliata, in cui si manifesta il conflitto generazionale, la rivolta contro il mondo dei valori abbracciati dai genitori.
Una rivolta sterile e autodistruttiva, cui possono indulgere adolescenti altrimenti intelligenti e sensibili.
 Per arginare il fenomeno droga e limitarne i danni, forse sarebbe necessario ripristinare quel dialogo generazionale, oggi interrotto, fra genitori e figli , privato però degli autoritarismi di epoche trascorse, che ancora affiorano, purtroppo, qua e là, fra le maglie di un produttivismo esasperato.
Occorre recuperare, quindi, il valore del tempo da trascorrere insieme, nella dimensione di una comunicazione autentica, capace di critica nei confronti dei valori dominanti; un tempo e una comunicazione intrisi di tenerezza..... di conoscenza reciproca.....  di ritrovata fisicità.

mercoledì 12 gennaio 2011

Droga






Droga, una parola entrata nel linguaggio quotidiano di giovani che fanno ricorso all’utilizzo di sostanze stupefacenti per poter evadere  dalla realtà, per poter provare nuove emozioni, sensazioni….. attimi di adrenalina………. associata  sempre al divertimento e meno al pericolo ed alla consapevolezza di essere alle prese con uno strumento che può avere conseguenze gravi  come la morte e irreparabili sull’organismo di chi ne fa uso.
Ogni ora un giovane muore in Europa per un’overdose e questo dato allarmante rende urgente la necessità di sensibilizzare i giovani sui seri rischi dell’assunzione di stupefacenti”, è questa la filosofia che sta alla base della prevenzione  sulle droghe.
In Italia le giovani generazioni devono lottare contro tanti fattori che, giorno per giorno, rendono sempre più difficili le loro condizioni. La difficoltà di trovare un posto di lavoro, e quindi un reddito che li renda autosufficienti, porta i giovani  spesso a sentirsi umiliati  e  li  rende  difficile programmare il futuro e li porta a protrarre la vita nella famiglia paterna, deludendoli nel loro bisogno di autonomia e di libertà d’esperienza.
 Il crollo di tante certezze e di tanti miti li porta a un a crisi di valori ideali per cui tutto appare contingente; le istituzioni già talvolta così lontane dal paese reale, appaiono ai giovani ancora più distanti e incapaci di risolvere o solamente capire i loro problemi. La crisi dei valori ideali appare oggi determinante nel generale smarrimento e senso di solitudine nelle giovani generazioni. E’ vero che tanti ideali nel passato sono stati causa di immani rovine e disastri, basti pensare a quanti guai sono stati procurati da un certo esasperato nazionalismo e da un malinteso amor di patria, ma il non aver alcun punto di riferimento valido porta inevitabilmente le giovani generazioni ad una crisi d’identità e ad un rifiuto acritico ed inconcludente del passato.
 Così la droga ,costituita da una polvere biancastra ,di maligne origini……. è un  pericolo sociale per tutte le persone  ma  soprattutto  per i nostri amati  giovani, in questa società industrializzata …. civile e progressista.
La cocaina  è una droga subdola…… inizialmente gli effetti della cocaina  ti fanno sentire al centro del mondo. ….gli  da  l'illusione di poterla gestire e che sia di supporto per migliorare le tue prestazioni fisiche e mentali…. ma con il passare del tempo diventa sempre più importante e la sua mancanza rende depressi e irascibili. A questo punto l'abitudine a tale sostanza rende la persona schiava e fortemente dipendente…….. che   si paga in termini di salute…. Disperazione….. legami spezzati…. debiti finanziari.
 Questa peste del 2000, colpisce milioni di giovani convinti di essere in qualche maniera i pionieri di uno sfogo, di una repulsione, di una mancanza di amore e di fede cristiana. È inaccettabile percorrere un vicolo cieco, è obbligo comune di cambiare strada….. con la fede, con uno scopo e un sano obiettivo bisogna salvare la vita di questi giovani malati invasi da un ospite desiderato solo psicologicamente.
Questa “giovane signora vestita di bianco ” miete le sue vittime, le sceglie e le conduce alla morte….. eppure tutti noi  vediamo quei volti sofferenti, scavati dal dolore distrutti da un irrefrenabile male di tali proporzioni…… siamo presenti, quando ai giardini pubblici notiamo le siringhe infette gettate nei cespugli….. ma tutti ci giriamo dall’ altra parte perché crediamo che sia un problema che non ci tocchi … invece sbagliamo ….
Non guardiamoli da lontano ….. lo stato siamo noi cittadini…. veri protagonisti di questo scenario nazionale…..questa è una malattia e  in quanto tale va curata, ma per uscire dalla droga è richiesta al malato una forte volontà; noi tutti siamo sicuri che grazie alle comunità di recupero ce la possono fare  a salvarli.
La vita è un bene troppo prezioso e questi “angeli” caduti all’improvviso in fondo al mare, …. lanciano al mondo un grido di dolore, di disperazione e auspicano  a tutti noi  la solidarietà……. con l aiuto di Dio e l impegno piccolo o grande che sia  di ciascuno di noi   riusciranno a rivedere la luce della vita e solo allora l’oscurità e il male della droga, saranno solo un lontano e amaro ricordo, quando il sorriso ritornerà nei loro volti…..
Non lasciamoli soli insieme possiamo farcela!

domenica 2 gennaio 2011

Auguri di BUON ANNO SIAP






Carissimi,
siamo arrivati alla fine di quest’anno, a tratti molto triste e in ragione di questo, anche molto, molto faticoso.
 Ho  riflettuto prima di decidermi di prendere carta e penna e fissare così alcuni concetti che ritengo ordinamentali per far comprendere …  anche a coloro che sono più propensi a “delegare” piuttosto che essere “protagonisti” nell’approccio alle diverse tematiche sindacali…..  che una visione “manichea” ….per cui i buoni si trovano tutti da una parte ed i cattivi dall’altra…….  delle problematiche che investono la categoria, non solo offende le intelligenze individuali, ma rischia anche di far perdere di “consenso generalizzato” l’intera attività messa in campo dal Sindacato nei confronti dell’uniche controparti esistenti  in sede nazionale, regionale e  in ambito territoriale. Con questo documento voglio rivolgermi a tutti colleghi, iscritti e non…. perché c’è un unico comune denominatore in tutti i rapporti capace di farli andare per il verso giusto, di velocizzare ed ottimizzare i risultati…. la sfida della fiducia“..quando c’è la fiducia c’è tutto.

Fiducia in sè stessi, fiducia negli altri,  fiducia nel sistema Sindacale …non fiducia intesa però come sentimento etico e di “buonismo” ma come strumento operativo capace di velocizzare e ottimizzare i risultati,
Grazie per la vostra fiducia, amicizia, affetto …..  una grande responsabilità  quella di guidare il  Siap   mi auguro di essere  sempre all’altezza e di non deludervi mai.
  Grazie per l impegno che assumete per contribuire a far si che il Siap sia rappresentato a livello provinciale , regionale e nazionale siamo  aumentati ancora di numero …. siamo  cresciuti – e parecchio - anche quest’anno .
 Dobbiamo essere davvero fieri ed orgogliosi del lavoro che tutti insieme abbiamo realizzato e dei lusinghieri risultati che abbiamo raggiunto grazie anche a chi ci ha remato contro pugnalandoci  alle spalle che ci ha reso più forti .
 Colgo l’ occasione   per  ringraziare coloro che in questi anni difficili mi sono stati vicino ………… mi hanno  seguito…..stimolato…. apprezzato o anche costruttivamente criticato per le posizioni che ho assunto, talvolta anche forti e scomode, ma senza mai perdere di vista gli obiettivi che me lo imponevano: la salvaguardia della dignità, il mio ideale di giustizia… grazie anche a chi mi ha sopportato so che non ho un carattere facile , ma anche su  questo ci sto lavorando …..
 …..mi sono impegnato con passione…. determinazione …. al rispetto della dignità dei colleghi, di farmi portatore dell’idea di democrazia e di rispetto del lavoro degli altri .…. grazie per la lealtà degli uomini  che compongono il Siap  sinceri e liberi, nel  rispetto della persona vista come essere umano…. nella ricerca del pieno rispetto dell’altro e nella condivisione di idee che abbiano come fine la tutela del bene comune, alzando lo sguardo verso il futuro migliore ….. perché solo  una Polizia che funziona può  garantire la  sicurezza ad un intero Paese, ne salvaguarda le potenzialità economiche e sociali, ne eleva l’immagine a livello internazionale ma soprattutto infonde tranquillità nel cittadino.
   Spero  che questo momento di difficoltà anche nelle relazioni sindacali questo Nuovo Anno  posso portare   una presa di coscienza da parte di tutti i  sindacati di categoria.
    Questo è il tempo per l’inizio di una nuova era sindacale; il contesto complessivo è difficile e la gestione del momento critico che si sta attraversando è un incubo che sembra sempre + lontano  la fine 
Rinnovo  l’impegno, anche per l’anno che verrà, nel contrastare ogni forma di prevaricazione delle istituzioni, ogni legge che possa portare alla privazione delle libertà individuali e costituzionali della polizia di Stato
Un impegno continuo  nel difendere la democrazia ed i valori più profondi dello Stato.
 Dopo mesi di buio assoluto ho deciso di scendere  nuovamente in campo    per il  sostegno  della categoria,    ma  questa volta  chiedo di scendere in campo anche a voi, a tutti voi - ora, subito, prima che sia troppo tardi - è perché sogno, a occhi bene aperti, una società libera, di donne e di uomini, dove non ci sia la paura, dove al posto dell’invidia  sociale e dell’odio di classe stiano  la solidarietà…. la generosità….. la dedizione,  l’amore per il lavoro, la
tolleranza e il rispetto per la vita. ….. ….. per dare un contributo piccolo o grande che sia  all’Italia…. che  abbia  un governo  giusto all’altezza delle esigenze più profondamente sentite dalla gente comune.  
Una missione molto ardua, con un  governo  criticabile, e che dovrà fare i conti con un paese in cerca di una sua identità ed i problemi di una nuova forma di povertà, riscontrabile in una fetta sempre più ampia della popolazione, che si trascina ancora oggi, l’illusione di destino diverso di benessere e sviluppo, non sempre corrispondente alla realtà.
Una nuova povertà che produce gli effetti devastanti riscontrabili su chi, potendo contare su pochi mezzi, subisce le conseguenze degli episodi di razzismo ed intolleranza, dove il divario culturale e a volte religioso, diventa l’alibi per nascondere il disagio sociale, occultato ma manifestato nelle periferie delle nostre grandi città. La perdita di certezze, un futuro incerto sfocia in episodi di bullismo, dove il debole è destinato a soccombere, oggetto di sdegno; bersagliato da violenze gratuite che creano altre illusioni, dove distinguere la vittima dal carnefice, è sempre più difficile.
Si distoglie l’attenzione dalle cose reali e di maggiore importanza, per rifugiarsi in un mondo virtuale di appartenenza  ….. direbbero  i nuovi precettori….. civiltà dell’immagine del non pensare. Ma la realtà è pure più grave: questi giovani li vedo  ogni giorno , crescere da soli, senza punti di riferimento, che mi guardano quasi a pretendere risposte che non so dare più neanche a me stesso.
Molti di loro crescono con un grappolo di rabbia e di violenza repressa dentro. Ed anche gli esempi degli adulti, complicano la situazione: la gente fa uso spropositato di violenza ed ormai si uccide per futili motivi. Per un nulla, si stermina la propria famiglia, o si elimina chi può nuocere alla nostra folle utopia di sicurezza. Anche quando qualcuno finisce nelle mani della giustizia, le risposte dei sanzionatori sono evasive e contraddittorie. Risposte che la società civile pretende di avere, senza alcun tentennamento.
Spesso  ho la sensazione che a nessuno importi veramente niente. ….  chi potrebbe fare qualcosa e a chi si illude che siano troppo lontane, per occuparsene. Penso alle multinazionali che occupano economicamente e culturalmente il sud del mondo ……. i miliardi di poveri che crescono, vivono e muoiono, mentre un quarto del pianeta gioca a Risiko, gettando gli avanzi nella spazzatura.
L’indifferenza è il vero cancro della società moderna. …..che uccide più delle guerre…. l’indifferenza dei ragazzi che proviamo  ad educare per un mondo migliore. …. l’indifferenza dell’uomo, che non vede… che non sente… che non commenta ciò che non gli appartiene. Malgrado  tutto , proviamo ad inventare ciò che di buono riusciamo ad estrapolare dal disgusto di ogni giorno ….. e……poi abbiamo la  solita speranza, che  anche se molte volte ci frega…….   ci spinge  lo stesso ad andare  avanti. …. si adagia sul nostro 31 dicembre per rinascere a nuova vita il 1° dell’anno. …. pazienza, se sarà bistrattata, criticata e distrutta dalla realtà dei successivi dodici mesi. … ed allora, speriamo perché questo ancora ci è concesso e  riproviamo a crederci ancora una volta….. proviamo a trasformare questo mondo, chissà che a crederci ancora, possa servire a qualcosa.
I migliori  auguri  per  un  felice Anno Nuovo  …. a  tutti  un forte  abbraccio  ed auguriamoci un 2011 migliore.