domenica 30 gennaio 2011

DOCUMENTO PROGRAMMATICO NEO SEGRETARIO REGIONALE SIAP







In questi   ultimi nove  mesi  ho riflettuto a lungo sull'attuale situazione della nostra categoria  , sulla crisi che sta attraversando il nostro paese , sul passato e sul futuro del sindacato e  quello che ho visto non mi piace.

Oggi, nel pieno della crisi in cui l’ Italia giace , con il dramma di migliaia di posti di lavoro a rischio, i sindacati  sono divisi in sigle con  un governo che sta mettendo a dura prova i fondamenti stessi dei diritti dei lavoratori . Il mio pensiero ritorna al Grande Di Vittorio , alle sue battaglie ,  che ancora oggi continua ad  assume un valore assoluto  nella società contemporanea un modello da seguire  , dove i diritti dei lavoratori sono  ancora si figli delle sue lotte, ma parimenti troppo spesso  poco difesi..
I vecchi pregiudizi che annebbiano la mente di gran parte dei lavoratori, l’arte subdola di cui sono maestri i politicanti di ogni colore, ci mettono sempre nella condizione di dover difendere  i nostri diritti da attacchi  vili e triviali, dopo ogni elezione elettorale
Bisogna attivarsi per porre fine ad ogni forma di discriminazione, così che le persone possano vivere e lavorare in condizioni d’uguaglianza, dignità e giustizia. Deve essere garantita un’applicazione totale ed efficace del principio di pari  retribuzione a parità di valore del lavoro.

 Da una parte quotidianamente trovo calpestata la vita e la dignità dei lavoratori e dall’altra vedo un sindacato debole e burocratizzato, troppo legato alla Politica e molto poco in empatia con noi lavoratori.
Sviluppare un rapporto empatico è importante, perché ci consente di metterci nei panni dell’altro e capire,  i sentimenti, la vita, le sofferenze e le gioie che quotidianamente vive la nostra classe lavoratrice.

Questo malessere generale che ormai si acutizza in tutte le classi dei lavoratori – siano essi operai manuali o cultori del genio o del fecondo pensiero – si estende anche nelle altre categorie meno potenti, meno privilegiate, le quali cercano con ogni mezzo di non essere completamente travolte dalla lotta per la vita.
 Un uomo, un popolo è forte, quando  è capace di sostenere efficacemente la lotta per la vita, ed anzi riesce a trionfare sulle difficoltà che gli si presentano  , a misura dello spirito d’indipendenza e d’iniziativa di cui è animato.
I mali sociali si eliminano eliminando le cause che li generano, quindi logicamente siamo avversi allo Stato, qualunque sia la sua forma, perché questo rappresenta un tiranno che sta sul collo dei cittadini ; un grande parassita dalle mille branche che sa tutto assimilarsi, tutto carpire senza nulla dare….. a  un popolo che vive di stenti pur lavorando .
Non bisogna metter l’uomo nelle condizioni che possa diventare il padrone dell’altro uomo ; non bisogna concedergli né riconcedergli un’autorità, di cui poi tutti debbano sopportare le conseguenze dannose e subire gli errori e le ingiustizie che vengono consumate in nome di un potere da noi stessi eletto.
Oggi è il ventisette gennaio giornata dedicata alla memoria dell’olocausto .  In ogni luogo, circola  questa frase “PER NON DIMENTICARE”  , la storia  serve per ricordare  e ci deve anche  insegnare a non commettere gli stessi sbagli e ad   educare le nuove generazioni, soprattutto chi avrà  un domani  il potere ,ha non sbagliare  nelle scelte perché chi dimentica il passato  sarà condannato a riviverlo.
Ora non c'è più , quel silenzio di morte di  fronte all'atrocità evocata dalla scritta "Arbeit Macht Frei" -il lavoro rende liberi- che ancora campeggia nei nostri cuori e  sul cancello d'ingresso del campo di sterminio nazista…. quell’ orrore amplificato davanti alle camere a gas, agli oggetti delle vittime, ai nomi che ancora risuonano dal vento  a Birkenau, dove i quattro forni crematori hanno funzionato a pieno ritmo fino agli ultimi giorni della guerra…  ora  esiste un'altra realtà  ma anche essa  triste …   siamo   il  popolo  povero   dei  lavoratori  e non lavoratori  e per i quali è  sempre più difficile rivendicare i diritti, ma il sogno di libertà non ha  mai smesso di bruciarci dentro. 
Oggi le nuove tirannie, non fanno morti veri, ma riempiono le strade delle città di morti dentro nella loro dignità perché  un uomo senza lavoro….. senza soldi….. senza libertà senza futuro è solo un cadavere che cammina.  Sembra di camminare fra le macerie della società democratica….. fatta  solo di regole…..di diritti sociali….. di lotte sindacali e di Politica……….. una società che era costituita dalle libertà ... .
Poco importa, alle Tirannie della "Democrazia plebiscitaria" che con un decreto cancellano la vita di migliaia di persone, se i giovani fra due o tre generazioni, non avranno futuro, non avranno famiglia…. né  casa …. né   figli.
Sull’altare del potere e del profitto, per la prima volta nella storia, lasciamo in eredità alle generazioni future, un Pianeta terra ammalato, forse agonizzante.
Noi continuiamo a camminare ritti nella schiena, ma oppressi dal peso della tirannia, con la certezza che ci possano togliere tutto ed anche la vita, ma non la nostra dignità ….. uniamoci per tutelarci .
Rinunciare alla lotta dei nostri diritti significa rinunciare alla vita perché la vittoria non deve mai essere un punto d’arrivo ,ma un punto di partenza una conquista da rinnovare ogni giorno.
Le scelte fatte dal sindacato in questi ultimi anni sono andate in ben altra direzione, spesso se non sempre in direzione di un fantomatico "Interesse Generale" che ha penalizzato costantemente gli interessi di coloro che il sindacato dovrebbe avere più a cuore: dalla vergognosa riforma Dini all'appoggio o almeno la mancata resistenza a leggi sul precariato introdotte proprio dai Governi di Sinistra (e perfezionati con la legge 30 successivamente),fino ad arrivare al referendum di qualche anno fa che di fatto avallava queste leggi in cambio di una manciata di inutili quanto beffarde briciole elargite dall'allora governo Prodi.
Se saremo fortunati , a una vita di precariato, miseria, nessun diritto, nessun sindacato,nessuna pensione; e il tutto grazie a Dini, Prodi, Berlusconi e il vostro Silenzio, quel silenzio che troppo spesso ho sentito quando invece di lottare educando le nuove classi lavoratrici avete preferito "mediare" in nome di un interesse Nazionale non ben precisato ignorando troppo spesso tutte quelle situazioni di disuguaglianza e quei fattori di divisione che lacerano i lavoratori facendogli  perdere quella coesione sociale e quella solidarietà necessaria alla loro emancipazione e al loro riscatto.
Il Sindacato non può essere così, deve fare gli interessi dei lavoratori non gli interessi Generali del Paese, io vedo molte persone volenterose, conosco ed ho imparato ad ammirare ed apprezzare molti di voi, ma nonostante la buona volontà dei singoli vedo un Sindacato che giorno dopo giorno rischia di perdere la propria Identità e la sua funzione primaria: quella della difesa ad oltranza dei diritti e della dignità  dei lavoratori.
Ogni giorno,  vedo quotidiane violenze, vessazioni, prevaricazioni all'integrità fisica e morale dei lavoratori, ogni giorno siamo più divisi, frammentati deboli, in questo periodo poi, nel quale occorrerebbe la massima unità fra i lavoratori, stiamo assistendo alla completa disgregazione della coesione sociale degli stessi, noi siamo preda di vendette, epurazioni, razionalizzazioni da parte di un sistema imprenditoriale senza scrupoli che, diciamolo francamente, su questa crisi ci marcia puntando a creare quei lavoratori “ pecora”  costantemente terrorizzati e senza, alcun diritto, funzionali agli interessi dei soliti pochi in un mondo Globalizzato. Noi per loro siamo solo  il gregge  di cui essi hanno bisogno solo  per salire le comode e lucrose scale del potere  unico  scopo principale per cui questi uomini tanto si affannano, intrigano,  corrompono, promettono , intimidiscono è per raggiungere il posto privilegiato di legislatori, mediante il quale essi possono non già rendersi interpreti della volontà di chi li elesse a deputati , ma imporre la propria e incanalare le risorse e le attività di un popolo a loro beneficio e della classe cui appartengono.
 Questa  tattica  abitua il popolo alla passività, tutto si limita  alla fatica di eleggersi un rappresentante, ad accentrare così in poche mani il potere e quindi l’avvenire di un’intera nazione. Questa è una verità troppo vecchia e resa fin troppo evidente dai fatti di tutti i giorni.
Nessuno aspirerebbe al potere se questo non procacciasse dei vantaggi, dei privilegi morali, politici ed economici. Quindi il potere è per sua natura ingiusto e corruttore.
A conferma della crescente sfiducia e disincanto verso l’istituzione del sindacato gli italiani pensano  che oggi i sindacati siano più un peso che un vantaggio per i lavoratori.
L’assenza di democrazia sindacale e del lavoro e la mancanza di trasparenti ed eque regole per verificare la rappresentatività dei diversi sindacati hanno regalato a Cgil, Cisl e Uil il monopolio oligarchico dei diritti sindacali. Sia i governi di centro destra sia quelli di centro sinistra hanno protetto tale monopolio: ma gli autori di questa espropriazione dei diritti sono stati i sindacati concertativi che  sono sempre intervenuti direttamente attraverso accordi legislativi e  contrattuali .
 Voglio ricordare ,a coloro che hanno la memori a breve termine  , che  la nascita dei primi veri sindacati avvenne per la necessità di difendersi dai soprusi dalle vessazioni e dalle angherie dei datori di lavoro che schiavizzavano le masse di lavoratori che erano senza alcuna tutela.
Nel dopoguerra , con l'avvento della democrazia i sindacati hanno potuto abbandonare la clandestinità ed uscire allo scoperto.
La passione, l'altruismo la tenacia di alcuni per la difesa del prossimo, per il diritto, contro le angherie, ha permesso lo sviluppo e la crescita dei vari sindacati contribuendo così alla crescita della nazione stessa. Oggi tutte queste qualità sono andate perdute, sostituite dal tecnicismo, dai servizi, dagli opportunismi.
È il momento di cambiare…. i segnali che ce lo impongono sono tanti: la crisi economica causata dal dominio della finanza e dei suoi metodi speculativi sulla politica e sull’economia…. l’inquinamento crescente e i gravi danni arrecati al nostro pianeta….. l’acuirsi delle disuguaglianze sociali e della forbice tra ricchi e poveri…. al  divario tra Nord e il  Sud…….il peggioramento delle condizioni dei lavoratori…… il diffondersi delle malattie psicosomatiche da stress…..
 E' tempo di lottare e non di prendere atto della situazione, ci stanno scavando la fossa e noi ci limitiamo a guardare? A voi tutti va il mio appello a mettervi nei nostri panni, nei panni della povera gente, insegnateci a lottare, combattete con tutte le vostre forze tutte quelle situazioni che rompono I'unità dei lavoratori come ad esempio il "lavoro nero" in tutte le sue forme sia esso quello di una badante sia quello preso sotto forma di "fuoribuste" da alcuni ma non da altri, amate la legalità, non concedete nessuno sconto al Capitale neppure in nome di interessi superiori per quanto possano essere giusti, create una catena di solidarietà che possa sostenere scioperi ed altre forme di lotta portate se necessario ad oltranza pur di fermare questo gigantesco macigno, ne avete la capacità, ne avete le risorse, ne avete la cultura.
E' Tempo di lotta. Non voltatevi dall'altra parte.. .
Io credo molto nel trinomio delle  tre S  sviluppo, scuola e sicurezza  perché  l’ Italia ha bisogno  di un processo di innovazione di carattere organizzativo funzionale con obiettivo di fornire risposte strutturali e durature alla crescente domanda di sicurezza dei cittadini , cercando soluzioni , condivise in fondo di favorire processi collaborativi con le componenti della società civile. Ci vuole una nuova idea di sicurezza determinata nel concreto da una serie di iniziative convergenti , che rendono al cittadino più agevole , umano e gradevole il rapporto con gli operatori  d’ordine e più fruibili i relativi servizi  nell’ ambito di una concezione della sicurezza del territorio strettamente connessa , in un senso evoluto  ,alla sicurezza   intesa  , nel contesto sociale attuale , quale bene primario la cui protezione è propedeutica al pieno esercizio della libertà fondamentale.
Ci vuole coraggio in ogni circostanza nella vita. ….bisogna lottare per aver ciò che si desidera, senza mai sentirsi esseri superiori perché la dignità e l’umiltà sono le nostre più  grandi ricchezze.
Per testare lo stato di salute della società occorre tenere conto delle variabili qualitative che determinano il benessere. Restituendo alla persona umana la centralità nelle nostre valutazioni, occorre tenere in considerazione la diffusione della ricchezza, l’accesso alla istruzione e alla cultura, il livello di serenità e salute degli abitanti, la qualità dell’aria, del suolo e delle acque, la vivibilità delle città, il tasso di criminalità, la sostenibilità dell’utilizzazione delle risorse naturali.
C’è l’idea che non è con la difesa della sicurezza che si può garantire la vita civile, ma occorre la prevenzione; la convinzione che la devianza criminale ha alla base le disuguaglianze e quindi bisogna lavorare nei tempi lunghi, potendosi anche trascurare nei tempi brevi il problema della difesa del cittadino…… ma noi  poliziotti siamo figli di tutte le opposizioni .ma orfani di tutti i governi”, gridano i poliziotti,  in silenzio …ricordando con amarezza  come l’attuale  ministro Brunetta  ha definito i poliziotti “panzoni”….. ma  del resto, quando non si dà la possibilità ai giovani di accedere al servizio direttamente, dopo un concorso pubblico e ci si limita a preferire chi ha già svolto un anno nell’esercito, in marina o nell’aeronautica, il turn over non è proprio semplicissimo. L’età media dei poliziotti si è innalzata a 43 anni, e le pance crescono. “Non ci sono concorsi pubblici dal 1996  allora è come dire ad un ingegnere che, prima di poter svolgere la professione, deve fare un anno da capo cantiere. Una scelta, tra l’altro, che penalizza le donne, che ci pensano due volte prima di farsi un anno nell’esercito”.
Per non parlare dei mezzi di trasporto: poche auto, vecchie e bisognose di manutenzione, oppure non ancora immatricolate perchè non ci sono i soldi per farlo. O della tecnologia: negli sportelli-denuncia non esistono computer che siano in rete con le procure, o mail certificate. Questo significa che ogni mattina un poliziotto parte dal commissariato e si reca in Procura per le segnalazioni. Uno spreco di tempo e di denaro enormi, a fronte dei tagli che sono stati operati negli ultimi anni per il comparto sicurezza.
Gli ambienti di lavoro sono spesso fatiscenti, in qualche caso – denunciano  anche da noi sindacati – anche esposti a pericolose radiazioni delle scorie depositate negli anni.
……e poi sentire la proposta del ministro Maroni  che alla polizia vengano destinati i soldi recuperati con lo scudo fiscale o sequestrati alla mafia. Così gli stipendi di chi ci deve difendere avranno l’odore di chi delinque.   ….Si sta creando una società insostenibile. I nostri ragazzi oggi vivono di precariato ..ai giovani del sud  non è concesso fare progetti, perché vengono continuamente derubati di ogni minima sicurezza per il futuro.
Un soffio di speranza ……  allargando il più possibile il dialogo a tutti quelli che sentono l’inquietudine del presente e del futuro,  perché credono  fermamente che   sia l'ultima speranza per ridare   dignità  al popolo del sud…. .
 Ritengo di aver sempre mantenuto un atteggiamento leale e costruttivo nei confronti di tutti i miei colleghi   e di tutte  le Categorie  e nei confronti dei  Questori  succedutisi, indipendentemente dal loro colore politico, ma abbiamo dovuto registrare purtroppo nei confronti della nostra categoria, da parte dei politici e degli amministratori di turno, la quasi totale mancanza dello stesso atteggiamento leale e costruttivo.
La nostra azione sindacale di base, democratica ed indipendente, ha ottenuto un riconoscimento concreto da parte dei lavoratori, con una notevole crescita del consenso che ha portato  il Siap al primo  posto per numero di iscritti in questa Regione. Questo, però, non è bastato e non basterà a ripristinare la democrazia sindacale ed il rispetto dei diritti dei lavoratori in questa Regione se la politica non si riprenderà le sue responsabilità nei confronti di una gestione corretta ed equa della cosa pubblica, abbandonando i metodi tracotanti di occupazione sistematica del potere, lontani dai bisogni del cittadino.
Questa segreteria regionale sposa appieno la linea politica del seg. Nazionale e dei suoi collaboratori

Bisogna  dare vita al sindacato unitario  una  scommessa per  la  leadership ….sono più  le cose che ci uniscono da quelle che ci dividono… . solo così i lavoratori saranno tutelati  da un'unica sigla sindacale per il bene comune con un uguale obiettivo …..  tutti uniti per i diritti del lavoratore .  Siamo in un epoca dove dilaga  l incertezza…  ipocrisia…l invidia   e i  gruppi dirigenti che  dicono  che sposano l' unita'  sindacale, ma poi impiegano il loro tempo a distinguersi quotidianamente su quasi tutto anche  denigrando un altro sindacato 

Con questa lettera aperta invito a predisporre nel loro programma politico un atto di rinuncia all’eredità dei precedenti segretari regionali per dare una risposta positiva ai legittimi bisogni di ogni lavoratore di cui il nostro sindacato si fa portavoce Colgo l’occasione per porgerle i miei più Cordiali saluti.

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