martedì 22 febbraio 2011

Voce degli esuli… una Libia in fiamme … sarà un massacro, un bagno di sangue se la comunità internazionale non interviene.



Sono ore decisive per il popolo libico. Il dittatore Gheddafi sarebbe in fuga ma l’esercito resta a guardia e spara sui civili.Il governo italiano continua a driblare l’argomento ed a prendere una posizione di condanna netta, nonostante il leader libico abbia apertamente ricattato l’UE minacciando un’invasione di clandestini in Europa.La protesta del mondo arabo e islamico dilaga e oggi è toccata alla Libia,  che confina con Egitto e Tunisia,  paese ricco, che paradossalmente si confronta con una povertà estrema, c’è    una disoccupazione e corruzione dilagante e  una sanità allo sfascio.Gheddafi, che senza dubbio è un leader intelligente, deve rendersi conto che questa situazione non può durare a lungo, che anche se riuscirà a reprimere le manifestazione , ne seguiranno altre e altre ancora, come è successo nel Cairo e a Tunisi, dove le piazze si sono svuotate solo dopo la caduta del regime. La rabbia dei giovani libici, secondo me è giustificata dal fatto che in Libia non c'è una costituzione, non si sa cosa ci sarà dopo Gheddafi, chi prenderà il suo posto, in base a quali regole sarà gestito il passaggio dei poteri.Nella Libia sconvolta dalle rivolte e dai morti  non esistono alternative strutturali al regime del Colonnello , un regime che  dopo quarantanni di autoritarismo finalmente è crollato come  un castello di sabbia . Non  ci sono  figure carismatiche in grado di prendere il posto di Gheddafi perché nessun uomo  poteva resistere al suo dominio autocratico e despotico   lasciando dietro di sé   il nulla . Il problema si è  posto  nel momento in cui la dittatura non  è riuscita  più a contenere le istanze di libertà della gente, cinicamente strumentalizzata dagli estremisti islamici che usavano la violenza per esasperare il conflitto sociale, e nel momento in cui il  dittatore viola la nostra dignità e sovranità, prefigurando un futuro di crescente sottomissione al loro arbitrio e all’ideologia dell’islamicamente corretto si arriva alla ribellione di un popolo sottomesso .L ’Italia avrebbe dovuto rispondere con un’interruzione immediata dei flussi di denaro che il nostro governo generosamente elargisce al colonnello Gheddafi. Così non è stato ed al momento l’Italia sembra essere l’unico paese alleato di Gheddafi. Un’offesa alla storia democratica del nostro paese che si dimostra senza spina dorsale e genuflesso ad un criminale che spara sulla sua gente.. Il governo italiano si sta rendendo complice di un crimine contro l’umanità, umiliando la nostra storia, la nostra dignità.Noi Italia onesti  , non possiamo accettare nella maniera più assoluta di prendere lezioni di democrazia da un dittatore che ha da sempre calpestato i diritti umani, finanziato terroristi e avallato torture e violenze in campi di concentramento. Oggi assistiamo inerti alla fuga di Gheddafi come  quella di Bin Laden,  dittatore corrotto e violento che l’Occidente ha voluto e sostenuto, dunque, prepariamoci ad affrontare tempi ancor peggiori con l’avvento al potere degli estremisti islamici.  L'Italia ha responsabilità storiche nei confronti del popolo libico, quello stesso popolo che, oggi, reclama libertà e giustizia. Abbiamo il dovere  di aiutare la transizione sospendendo, da subito, il discusso trattato di amicizia che ha portato grandi vantaggi alla dittatura. Il popolo libico non solo sta mandando a casa il suo dittatore , ma ha inviato un messaggio anche al popolo italiano. …. il rumore dello schiaffo  è destinato a ripercuotersi come un'eco in tutto il mondo.



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