lunedì 9 maggio 2011

Oggi è la giornata della memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi .






Il terrorismo e la criminalità organizzata, anche in Paesi democratici e con avanzate caratteristiche sociali ed economiche come il nostro, hanno lanciato negli ultimi decenni una sfida costante, più o meno grave, all’ordinato svolgersi della vita civile, seminando una dolorosa scia di vittime non soltanto tra coloro che rappresentano lo Stato, ma anche tra la gente comune.
Anche i recenti e ripetuti episodi di uccisione di nostri connazionali impegnati anche in missioni di pace all’Estero, hanno indotto il Parlamento ad approvare  nuove norme a favore delle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice in favore di tutte le vittime italiane degli atti di terrorismo e delle stragi di tale matrice, compiuti sul territorio nazionale o extranazionale, nonchè dei loro familiari superstiti.
Le istituzioni, sulle quali si fonda la struttura democratica del Paese, hanno tenuto salda la loro autorevolezza e la generale condivisione dei più alti valori alla base della coscienza civile ha costituito un baluardo invalicabile che ha impedito a questi fenomeni di assumere dimensioni più rilevanti e, tanto meno, di prevalere. Il prezzo pagato, però, in termini di vite umane, di drammi esistenziali e di sofferenze familiari e' stato, al di là delle dimensioni numeriche, rilevantissimo.
Lo Stato è intervenuto, a più riprese, con norme a favore delle vittime per fatti di terrorismo e di criminalità organizzata, con il preciso intento di offrire un segnale di sostegno, in termini morali ed economici e garantire allo stesso tempo una qualche tutela giuridica agli interessi ingiustamente lesi di quanti sono caduti vittime di tali atti.Ricordare sempre  i diritti delle vittime allo scopo di non permettere la dispersione della memoria storica degli eventi  per difendere la memoria dei caduti ogni qualvolta se ne presenti la necessità e  battersi, e continuare a farlo, per testimoniare la validità e il valore del sacrificio compiuto dai cittadini e servitori dello Stato per difendere la libertà e l'ordinamento democratico, dovendosi talvolta registrare un'attenzione minore verso le vittime che verso i loro carnefici. Infatti i familiari delle vittime vengono  spesso invitate  a dire se sono pronte al perdono  e a farsi carico di problemi che spettano ad altri, mentre assistono  sbalorditi  a chi perdona per conto terzi, a chi inventa ogni giorno una verità a sua scelta variabile nel tempo. La vittima è così sacrificata due volte, ma con essa è offeso, o meglio violato, il diritto. Questo ricordiamolo  sempre quando si accentua il concetto del riequilibrio delle pene irrogate rispetto al reato commesso, adducendo pretesti più vari e dimenticando l'aggravante della finalità degli omicidi e dei ferimenti, il reiterarsi dei reati e la non abiura dei moventi e dei fatti. In questi casi  i familiari delle vittime deluse, schernite e beffeggiate, si sentono abbandonate a sé stesse.
Un panorama che può influire negativamente sulla coscienza collettiva della nostra società, incidendo sulla formazione dei giovani e sulla definizione della scala dei loro valori morali. 

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