domenica 1 maggio 2011

IL PRIMO MAGGIO






Il l° maggio è una "data simbolo" per la classe lavoratrice in tutto il mondo   Il «connubio» tra la lotta per le otto ore e il primo giorno di maggio avvenne a Chicago nel 1867 giornata internazionale di mobilitazione per la riduzione dell'orario di lavoro . In quella occasione più di diecimila lavoratori sfilarono in quello che il “Chicago Times” definì «il corteo più grande che si sia mai visto a Chicago»
Ha quindi segnato oltre cento anni di storia di questa giovane classe: anni di estensione quantitativa e crescita qualitativa, di lotte economiche e politiche, di vittorie e di sconfitte. La formazione della coscienza di classe ha vissuto momenti favorevoli e stagioni difficili. Questa storia va propagandata, conosciuta, studiata dagli stessi lavoratori perché  una classe sociale senza passato, senza storia è come un uomo adulto che abbia perso la memoria: senza coscienza del passato non c'è vero presente e futuro.
Vi sarete chiesti più volte il perché  di questa   data? Le ragioni furono diverse la più immediata: lo stato dell'Illinois aveva approvato la legge sulle otto ore nel marzo 1867, disponendo la sua entrata in vigore per il primo maggio. Già prima di quella data era apparso chiaro che molti padroni non erano intenzionati a rispettare la legge; la manifestazione doveva dimostrare che i lavoratori non erano disposti ad accettare l'illegalità padronale. Alcune motivazioni  ,riguardante alla scelta del primo maggio ,vanno ricercate nell'ambito delle consuetudini legate al mondo popolare e del lavoro , infatti all'inizio di maggio riprendeva il lavoro nell'edilizia e i contratti di lavoro venivano rinnovati allora, anche ,  i contratti d'affitto  scadevano il primo maggio e la gente faceva allora i suoi traslochi mentre in agricoltura quei giorni erano di stasi, dopo le semine primaverili.
 In tutte le tradizioni nordiche, come ricordano studiosi del folklore e delle religioni e delle tradizioni popolari  l'inizio di maggio era l'inizio della primavera, la data simbolica del rinnovamento della vita sulla terra. E non v'è dubbio che nella rivendicazione operaia delle otto ore fosse esplicita un'intenzione di rinnovamento generale della vita operaia e, attraverso essa, della vita degli uomini di tutto il mondo.
Soltanto il 1 maggio 1886 però si arrivò ad una svolta: 400mila lavoratori di 12mila fabbriche statunitensi si astennero dal lavoro per protestare contro la mancata tutela dei loro diritti, legge riconosciuta, ma  mai applicata. Fu organizzata una nuova grossa manifestazione a Chicago, che si svolse pacificamente. Nei giorni successivi però si susseguirono scioperi e cortei, che alimentarono la tensione e portarono a scontri tra polizia e manifestanti, con il risultato che diverse persone morirono e altre furono ferite.
Per ricordare i "martiri di Chicago" si scelse come giorno simbolo il 1 maggio.
Nel 1890 a Parigi il congresso costitutivo della Seconda Internazionale decise di indire una manifestazione simbolica in tutti i Paesi e le città; anche in Italia, nonostante i timori e i dubbi iniziali, la riuscita fu completa. Si decise così di ripeterlo anche nel 1891. Quindi il congresso dell'Internazionale decise di rendere permanente questa ricorrenza e di riconoscerla come "festa dei lavoratori di tutti i paesi, nella quale i lavoratori dovevano manifestare la comunanza delle loro rivendicazioni e della loro solidarietà".
 Il 1 maggio diventa dunque un appuntamento al quale il movimento dei lavoratori si prepara con sempre minore improvvisazione e maggiore consapevolezza. L'obiettivo originario delle otto ore viene messo da parte e lascia il posto ad altre rivendicazioni politiche e sociali considerate più impellenti. La protesta per le condizioni di miseria delle masse lavoratrici anima le manifestazioni di fine Ottocento.
Il 1 maggio 1898 coincide , anche,  con la fase più acuta dei "moti per il pane", che investono tutta Italia. Quel giorno si hanno 3 morti a Minervino  , le Manifestazioni a Firenze e a Sesto Fiorentino, dove la polizia spara sulla schiena dei lavoratori in fuga provocando 5 morti e 10 feriti e a Milano dove i militari  reprimono la rivolta sparando sui manifestanti con fucili e cannoni.
Fra gli esponenti più autorevoli del sindacato italiano del dopoguerra,Giuseppe Di Vittorio  a differenza di molti altri sindacalisti non aveva origini operaie ma contadine, nato in una famiglia di braccianti, il gruppo sociale più numeroso alla fine dell'ottocento in Puglia. Già negli anni dell'adolescenza aveva iniziato un'intensa attività politica e sindacale; a 15 anni fu tra i promotori del Circolo giovanile socialista della città, mentre nel 1911 passò a dirigere la Camera del Lavoro di Minervino Murge; in seguito avrebbe diretto anche la Camera.
 Voglio  ricordare in questo giorno di festa , anche ,  la strage di Portella della Ginestra  il  1 maggio 1947  un lungo corteo di  uomini , donne e bambini  a piedi, a dorso di mulo, su carretti e aratri,  doveva essere una giornata di festa, una festa del lavoro, dei diritti, contro l'arroganza della mafia. Fu un massacro. Undici innocenti vennero barbaramente trucidati, due bambini e nove adulti  e altri 27 contadini rimasero feriti. 
A  sparare sulla folla inerme, secondo la verità giudiziaria, sarebbe stata la banda di Salvatore Giuliano , ma come ogni atroce fatto italiano, anche la strage di Portella è ancora oggi, a distanza di più di  mezzo secolo, avvolta nel mistero.
 Oggi  ormai non è più sinonimo di lotte e morti   , in Italia  e in molti Paesi  è  tradizione ormai  il grande concerto a cui partecipano esibendosi importanti cantanti che riunisce molti giovani in un clima di festeggiamento sereno, ma è importante continuare a  ricordarne il significato simbolico e  a celebrare questo giorno.
Attraverso questa grande esperienza storica  i lavoratori hanno dimostrato a se stessi e agli altri di essere una classe, di rivendicare diritti, non individuali ma collettivi, di dimensione storica , infatti , è noto che nella dialettica politica e sociale non basta avere ragione, ma è necessaria anche la forza dell’ unità sindacale  per farla valere, Le Confederazioni, pur con le loro diversità politiche e culturali, dovrebbero chiarire gli obiettivi e concordare alcune regole che mettano fine alle dispute sulla rappresentanza  perché  la  convergenza  unitaria costituisce un requisito  per un movimento sindacale che intenda correggere una situazione sociale caratterizzata da profonde iniquità tra chi lavora e chi non lavora; tra chi produce guadagnando poco e chi guadagna senza produrre niente; tra chi paga le tasse per tutti e chi le evade a proprio vantaggio. In assenza di una iniziativa convergente queste ingiustizie sono inevitabilmente destinate a dilatarsi................


Francesco TIANI

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