lunedì 2 maggio 2011

Il 2 Maggio


Passato il 1° maggio, festeggiati degnamente i lavoratori, viene tanta voglia di costituire un Comitato per i festeggiamenti del giorno successivo.

Chi festeggeremo il 2 maggio?
Il 2 maggio si festeggiano, innanzitutto, i senza diritti, i paria della società, gli ultimi, quelli che il lavoro non lo hanno mai avuto o lo hanno perso e, con amarezza e mortificazione, vivono la condizione del cassintegrato.
La festa delle vittime dei troppo furbi, degli abbandonati dallo Stato, di coloro che sono cinicamente sfruttati, sulla cui pelle, alla faccia delle leggi di protezione sociale, qualcuno guadagna e che, quando arriva qualche raro pubblico controllo, sono usati da certi “imprenditori” solo come partita di un sordido ricatto sul tavolo di politici ed amministratori senza coraggio e senza onore.
Non mancheranno di certo gli “incurabili” malati terminali, i militari contaminati dall’uranio impoverito, gli intossicati sul lavoro e quanti muoiono per cancro perché costretti a respirare l’aria appestata di stabilimenti chimici, i morti, subito dimenticati, dei cantieri ed i mutilati delle fabbriche, i poliziotti e carabinieri che hanno sacrificato la loro vita per il servizio.
Non saranno dimenticati i migranti, con la miseria negli occhi e lo stigma del malfattore impresso sulla fronte solo in ragione della loro misera condizione.
Saranno celebrati gli orfani e le vedove senza futuro, i giovani cui è negato il diritto allo studio, i bambini abusati, chi in ospedale, se ci arriva, si è fatta tutta la lista d’attesa, quelli che nelle aule dei tribunali come nelle galere aspettano invano, per anni, la Giustizia e così via.
Tutti i senza voce e senza lobby, insomma.
La celebrazione, però, sarà rigorosamente riservata a quanti, riconoscendosi con sincerità nei principi della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo ed in quelli, attualissimi, della nostra Costituzione, siano pronti ad impegnarsi per praticarli in totale coerenza.
Non credo che chiuderanno molti uffici.

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