venerdì 18 marzo 2011

I have a dream.


Nell'agsto del '63, quando Martin Luther King gridava ad una folla immensa "i 
have a dream" io non ero nato, ma i sogni violentano spesso le mie notti e 
quando accade, spero che il mattino successivo sia tutto diverso. Spero, 
andando al lavoro, che in quell'ufficio angusto entri luce naturale invece che 
quella di sei neon, spero che nel mio ufficio ci siano, oltre me, solo altri 
due colleghi e che le scrivanie abbiano, non sogno da capitalista, almeno un 
pentium 4. Spero che quella mattina le macchine di servizio vadano in moto, che 
le 4 gomme siano gonfie, che nessuna spia si accenda sul cruscotto e che la 
radio funzioni. Spero che non mi si chiami all'improvviso per avvisarmi che 
"domenica lavori, domani fai il pomeriggio invece della mattina, la settimana 
prossima non puoi andare in ferie manca il personale". Spero che il contratto 
di lavoro con la sua parte decentrata, siano applicati senza che nessuno stia 
lì a dire "guarda che quello non si può fare, hai messo il collega a lavorare 
tre domeniche in un mese, il doppio turno di servizio, anche se a straordinario,
non si può fare e così via". Spero ancora una volta che tutti capiscano 
l'importanza delle conquiste che il sindacato ottiene perchè ogni conquista è 
una lotta fra poveri in meno. Spero che il primo gennaio di ogni biennio ci sia 
il nuovo C.d.L. attuato. Poi...poi arrivo a lavoro e mi accorgo che nacora una 
volta Morfeo si è preso gioco di me e che poteva anche evitare di illudermi.


                                                                                                          Francesco TIANI

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