Nell'agsto del '63, quando Martin Luther King gridava ad una folla immensa "i
have a dream" io non ero nato, ma i sogni violentano spesso le mie notti e
quando accade, spero che il mattino successivo sia tutto diverso. Spero,
andando al lavoro, che in quell'ufficio angusto entri luce naturale invece che
quella di sei neon, spero che nel mio ufficio ci siano, oltre me, solo altri
due colleghi e che le scrivanie abbiano, non sogno da capitalista, almeno un
pentium 4. Spero che quella mattina le macchine di servizio vadano in moto, che
le 4 gomme siano gonfie, che nessuna spia si accenda sul cruscotto e che la
radio funzioni. Spero che non mi si chiami all'improvviso per avvisarmi che
"domenica lavori, domani fai il pomeriggio invece della mattina, la settimana
prossima non puoi andare in ferie manca il personale". Spero che il contratto
di lavoro con la sua parte decentrata, siano applicati senza che nessuno stia
lì a dire "guarda che quello non si può fare, hai messo il collega a lavorare
tre domeniche in un mese, il doppio turno di servizio, anche se a straordinario,
non si può fare e così via". Spero ancora una volta che tutti capiscano
l'importanza delle conquiste che il sindacato ottiene perchè ogni conquista è
una lotta fra poveri in meno. Spero che il primo gennaio di ogni biennio ci sia
il nuovo C.d.L. attuato. Poi...poi arrivo a lavoro e mi accorgo che nacora una
volta Morfeo si è preso gioco di me e che poteva anche evitare di illudermi.
Francesco TIANI
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