venerdì 15 ottobre 2010

Io


Questo scritto non vuole avere il sapore di un’accusa, ma, se mai, intende essere il grido di chi cerca di capire dove e come le buone intenzioni iniziali abbiano finito per lastricare una strada per l’inferno  dominato dalla regola dell’appartenenza.
Ho  due  figli, ma ogni volta che ci penso  riesco a pensare solo ad un aspetto della loro educazione: lottare sempre per quello in cui si crede….mai cedere ….mai rassegnarsi e mai passare dalla parte del torto.
Anch'io tuttavia rischio un po' la rassegnazione e ogni volta che sto per cedere uno scatto d'orgoglio mi rimette in sella, anche contro la mia volontà, è più forte di me...
Purtroppo  penso che l'uomo potrà procedere sempre e solo nella sofferenza … negli scatti d'orgoglio di coloro che non si rassegnano, perché a ben guardare ogni epoca ha le proprie motivazioni, connesse con la propria educazione.
I miei genitori, nati durante la guerra, hanno vissuto in un tempo in cui dopo tanto doloro si risorgeva dalle ceneri, c'era una voglia diffusa di onestà….. di disciplina…. di lavoro onesto.  Quando sono cresciuti hanno creduto  di aver raggiunto l'obiettivo  e ingenuamente di poter regalare ai propri figli tutto quello di cui avrebbero avuto bisogno senza costringerli a combattere per i propri diritti.  Noi, i figli, siamo cresciuti convinti che tutto ci sia dovuto. Ecco perché oggi siamo ridotti a questo….ecco perché   non ci sono giovani che lottano e muoiono per i diritti . Oggi sono solo poche voci ….giovani o meno giovani ….che lottano per un principio, i più lottano per entrare al Grande Fratello, e fare un po' di soldi facili.
A vedere la nostra situazione in questi anni ho sempre pensato che noi italiani siamo l'unico popolo capace di mettersi a scavare ogni volta che tocca il fondo, ma forse arriveremo un giorno a toccare un fondo più fondo di tutti, e i ribelli cresceranno di numero. La rivoluzione etica…..morale si farà.
Poi i ribelli si illuderanno di nuovo di poter dare ai propri figli tutto, senza farli soffrire troppo, e tutto ricomincerà.
Non voglio  costruire un mondo tutto bello e tutto puro che non può esistere. …so  bene che la perfezione non è di questo mondo. …..Il nostro mondo non è un mondo sognato, ma questo mondo imperfetto, ma vissuto . …  la mia utopia? …..Nel non accettare che l’esistente non possa essere migliorato, nel non ritenere ineluttabile ciò che ineluttabile non è; nel rendere ossequio ai tanti utopisti del nostro tempo:  Falcone….. Borsellino…. i quali furono grandi, nella loro utopia, perché in una patria smarrita non si smarrirono; non invocarono alibi per giustificare la fuga dal “dovere”, un dovere cui resero ossequio non in forza di un risultato ritenuto sicuro, ma per realizzazione compiutamente ciò che un uomo è chiamato a essere
.. Non ce ne staremo perciò con la testa tra le nuvole e i piedi sollevati da terra, ma, al contrario, terremo i piedi ben piantati nel terreno e guarderemo in faccia la realtà, cercando di far vivere in essa i nostri ideali, perché un’ideale che non si  avvera nella realtà è poco meno di un sogno…..
La giustizia in Italia non funziona (non “funziona male”, proprio “non funziona per niente”). E non funziona non per motivi accidentali, per qualche inconveniente del momento, ma proprio per una precisa scelta politica.
Francesco TIANI

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