mercoledì 25 gennaio 2012

L’Italia : una crisi nella crisi



Un paese che cerca di rimanere a galla , ma affonda inesorabilmente , che non ha più fiducia nelle istituzioni , che per farsi ascoltare è costretto a bloccare le autostrade e a impugnare i forconi  . Iniziano  così  i giorni più difficili del governo con lo sciopero dei tir che minaccia di paralizzare tutta l’Italia,  un governo che varando  il decreto sulle liberalizzazioni ha giocato la carta più pesante al tavolo della riforma del mercato del lavoro , con cinque proposte , tra le  quali  il superamento della cassa integrazione straordinaria e l’introduzione dell’indennità di disoccupazione
 Il tutto mentre le tasche sono sempre vuote a differenza della paura sempre in aumento per  un domani senza speranza.  Cercare di fare il proprio dovere  al meglio sembra essere  diventato un lusso . Un popolo che si sente sempre più presi in giro da un sistema  di potere dove cambiano i governi ,ma la musica resta sempre la stessa : una ostinata , subdola , insensata , autolesionistica , feroce volontà di distruggere il mondo dei lavoratori … un fatto inaudito , che la dice lunga su quanto sia vicino al punto di rottura la capacità di SOPPORTAZIONE del popolo italiano. Difficile dargli torto  anche perché un governo tecnico , che tante speranze aveva suscitato al suo insediamento , è riuscito finora solo a tramortire il paese con una valanga di nuove tasse e a inebetirlo con il paese dei balocchi delle liberalizzazioni che fanno risparmiare alle casse chissà quante centinaia di euro.
E noi italiani siamo sempre pronti a osannare chi urla , chi sbraita parolacce in stile “uomo –forte” che risolleverà le sorti del popolo italiano perché  siamo sempre bravissimi a trovare la pagliuzza nell’occhi del vicino e mai a prendere coscienza della trave che è nel nostro , come diceva Gesù Cristo .Questo è un ottimo metodo evangelico di considerare pagliuzze quelle nell’occhio dell’altro e travi nel proprio . Procedendo  così ,  cioè auto – assegnandosi ciascuno  di noi con  il compito più gravoso  di  rimuovere le  travi, c’è la garanzia di giungere più in fretta ad una soluzione .
Mi risuona ancora una volta nelle orecchie il monito lasciato da Aldo Moro un paio di anni prima della triste morte sotto i colpi dei brigatisti . Aveva detto : Questo Paese non si salverà , e la stagione dei diritti e delle libertà si rivelerà effimera se in Italia non nasce un nuovo senso del dovere.” Oggi direi che è tempo di un accurato esame di coscienza . Il punto di crisi che stiamo vivendo ha sapore economico , certamente ; ma è anche debolezza culturale di uomini e donne con scarsa ispirazione per sostenere un’etica adeguata alle nuove sfide. Del resto  quando le cose  non vanno è sempre colpa di qualcun altro .   Avremmo bisogno di rivedere e rifondare i perché e i percome vogliamo stare insieme , se da cittadini di uno Stato democratico o da clienti , o da predatori , o da sudditi  di una comunità intesa come supermercato delle vanità . Quando leggiamo di evasore fiscale miliardaria , di occupazione del potere per fini ignobili , di adesione acritica a progetti politici demenziali , di scippi quotidiani al patrimonio comune, c’è poco di cui rallegrarsi e meno ancora motivo per cui sperare che alla lunga tutto resti in piedi .
  Non è necessario essere degli economisti per rendersi conto il risultato da questo punto di vista sarà pari a zero . Nulla  si è fatto invece per ridurre i costi della politica , per diminuire in modo consistente il debito pubblico ,per razionalizzare la spesa pubblica…  indignarsi ora è il minimo che si possa fare se si vuole dare una speranza al paese .

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