Carissimi amici, desidero con questa missiva invitarvi ad alcune riflessioni per aiutarvi e aiutarmi a cogliere il senso di questo Natale che giunge mentre viviamo momenti difficili per noi, per il nostro paese, per l'Europa e per il mondo intero .
La preoccupante situazione di difficoltà di tante famiglie, ribadisce la consapevolezza che alle feste natalizie l’Italia si avvicina con diverse e pressanti preoccupazioni, prime fra tutte i durissimi effetti della crisi economica sulla vita concreta delle persone e la perdurante crisi politica.
Sì, il Natale è un giorno amico dell'uomo e quest'anno vuole esserlo ancor più perché ne abbiamo bisogno! Gli anni passati non sempre sono stati amici, anzi, sono stati freddi e bui, com'era fredda e buia la notte dei pastori. Dobbiamo essere consapevoli che l'inimicizia dei giorni passati non è stato il frutto di un amaro destino, ma ci sono state cause profonde. Il profeta Aggeo ci esorta a pensare: “Riflettete bene sul vostro comportamento! Avete seminato molto, ma avete raccolto poco… l'operaio ha avuto il salario ,ma per metterlo in un sacchetto forato… facevate assegnamento sul molto e venne il poco; ciò che portavate in casa io lo disperdevo. E perché? Perché la mia casa è in rovina mentre ognuno di voi si dà premura per la propria casa” (Ag. 1, 6-9). Sono parole scritte anche per noi, oggi. E' vero, abbiamo edificato società poco giuste e poco sane: le ricchezze e il benessere, ad esempio, non sono condivisi equamente, i diritti umani non sono goduti da tutti, le risorse non sono servite per garantire una vita dignitosa nel pianeta. La globalizzazione e l'apertura dei mercati sono stati, senza dubbio, un'occasione di crescita e di diminuzione della povertà, ovunque, ma il mondo è cresciuto male e con troppi squilibri. All'opulenza e all'abbondanza di pochi è corrisposta, sempre più, la miseria di molti. Per di più, tanti di noi hanno vissuto, e vivono ancora, al di sopra delle possibilità, consumando ciò che non è necessario, accumulando beni e titoli spregiudicatamente, affidando lo scopo della vita a ciò ch'è materiale, dimenticandosi di condividere con gli altri, risorse e opportunità. La crescita materiale, senza la crescita della moralità ,porta sempre squilibri pericolosi ed è avvenuto anche per le cose materiali quel che diceva Aggeo: “L'operaio ha avuto il salario ma per metterlo in un sacchetto forato”. Si è prodotta più ricchezza ma è stata messa in un “sacchetto forato”e si è dispersa. Il sacchetto viene continuamente forato dall'egoismo, dall'ingiustizia, dalla ricerca di ricchezze sempre più spregiudicate e fuori controllo, unite ad una indifferenza diffusa che fa chiudere gli occhi e il cuore.
È Natale e anche quest'anno torna sotto le vesti amiche e ci suggerisce: “questo tempo di crisi non è solo una condanna, è anche un'opportunità”… sì, questo tempo difficile è un momento opportuno per una svolta, per ripensare al nostro modo di vivere, per ridisegnare gli ideali per cui vale la pena spendere la vita.
Richiede un sussulto morale sia personale che collettivo perché anche noi stiamo traversando un deserto e dobbiamo quanto prima scegliere uno stile di vita più sobrio, più solidale, più mite, più pacifico. Non possiamo più comportarci come in passato. Dobbiamo scegliere altri modi di vivere, meno affannati e più attenti ai rapporti umani, in famiglia, tra noi e con gli altri. Essere meno egocentrici e più attenti al bene comune delle nostre città, del Paese.
Per troppo tempo abbiamo vissuto distratti e indifferenti a quel che accadeva attorno a noi. Siamo stati troppo concentrati solo su noi stessi e sui nostri problemi. Abbiamo lasciato campo libero alla soddisfazione individuale a qualsiasi costo e siamo diventati tutti succubi di una nuova DITTATURA , quella del materialismo: l'ideale è possedere e consumare. Sono evaporati i grandi ideali e si sono sgretolati tutti i sentimenti solidaristici. Oggi che la crisi ci rende tutti più poveri e comunque più preoccupati, ci troviamo anche più fiacchi e più soli perché la responsabilità è di tutti noi e non
solo di coloro che guidano le sorti del nostro Paese .
Il Natale è il tempo per rinascere, per trasformare i nostri cuori, per ridare una speranza nuova a tutti, per rendere più serene le nostre vite perchè il Natale ridona la speranza ai cuori, da forza alle braccia e alla mente, è un sogno per cui si deve vivere serenamente .
Un pensiero vorrei rivolgere sulla situazione del nostro Paese che in questi giorni si sta avviando verso una nuova stagione politica. Abbiamo visto esponenti della società civile, persone del mondo della cultura, dell'economia, delle istituzioni, mettersi al governo e al servizio dell'Italia in un momento cruciale e di svolta. Oggi vi è una contingenza storica particolarmente ardua da affrontare e da superare per tanto necessitano nuove energie e migliori forze che convergano tra loro per condurre l'Italia e l'Europa fuori da un grave pericolo di sfaldamento.
Il nostro Paese ha bisogno di una compattezza nuova e di un risorgimento spirituale e sociale per affrontare in maniera adeguata questo tempo e superare la pericolosa soglia della depressione. Noi onesti siamo chiamati a ridare fiducia ad un Paese che rischia di perdere l'anima. Il mio pensiero va in particolar modo ai tanti giovani che non sanno più guardare al futuro con speranza ed entusiasmo e quando un giovane è senza speranza e senza entusiasmo non è più giovane, diviene subito, troppo presto, vecchio.
Quante famiglie devono convivere con l'ansia di un impiego fragile in un mondo del lavoro instabile e rischioso! Così, la paura per il lavoro e la sua mancanza intaccano spesso i rapporti umani. Anche gli affetti quotidiani, quelli più intimi come le amicizie, risentono di un tempo oscuro di crisi e si diventa più tristi, più chiusi, si covano insoddisfazioni e rabbia. C'è bisogno di sostegni, di segni di speranza, di Qualcuno di cui potersi fidare e a cui potersi affidare,ma dobbiamo seguire la via dell'amore, quella che ci fa ripetere la bella affermazione di Gesù: “C'è più gioia nel dare che nel ricevere”(At. 20,35).
Oggi il nostro Paese è nelle condizioni in cui si trova la colpa principale è della politica, sia quella di questi ultimi anni che di quella dei decenni passati. Ed è anche vero che se oggi abbiamo un governo tecnico, costretto a varare una manovra durissima per salvare l’Italia, questo è dovuto ai limiti che la politica ha dimostrato negli ultimi anni ma anche negli anni precedenti. Però è anche vero che non tutti i politici sono uguali e molti hanno ancora a cuore, come deve essere, l’interesse della collettività. Credo sia un punto di ripartenza importante e questa rinnovata voglia di partecipazione deve essere coltivata ed estesa ai giovani, che devono essere messi nelle condizioni di riappropriarsi del loro futuro.
Non ci può essere una prospettiva di crescita e la speranza concreta di uscire dalla crisi se ci si ferma ai soli tagli e alla tassazione anche perché i tagli non sono stati così incisivi e dove è necessaria la tassazione che è ancora rivolta prevalentemente ai soliti noti, a chi già sta dando il suo contributo. Si capisce, perciò, come sia difficile fare gli auguri di Buon Natale. Però, da cristiano dico che bisogna avere fede e confido che il Natale possa portare a tutti noi serenità, fiducia e speranza per un domani migliore del quale da semplice uomo dico che dobbiamo esserne protagonisti tutti insieme, evitando di delegare il nostro futuro a chi non si è dimostrato in grado di gestirlo.
Auguri di cuore a tutti .
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